Quale accoglienza?
26 Nov 2018
Cari soci,
come anticipato durante l'assemblea di sabato 17 novembre la questione dell'accoglienza dei migranti provenienti dal mare in Italia, e nel resto d'Europa, sta prendendo una piega sempre più discriminatoria, violenta e contraria ai principi di libertà e autodeterminazione degli individui. Il sistema di accoglienza assomiglia sempre più ad un sistema di controllo piuttosto che a uno strumento per facilitare l'inserimento, sul territorio di arrivo, delle persone che intraprendono il percorso migratorio.
Esistono due livelli di riflessione che vorremo condividere con voi come comitato di PM contro la violenza e l'odio razziale, detto anche “Ci avete rotto il CAS”.
Il primo livello di riflessione
è a livello locale: come sapete dal 2015 il Comune di Montespertoli ospita un centro di accoglienza straordinaria (CAS) gestito da ASEV, nel quale erano ospitate, al principio, 25 persone nella sede centrale di via Lucignano, che successivamente sono state ripartite in altri due appartamenti per garantire una migliore qualità di vita alle persone ospitate. Al momento la sede centrale di Lucignano ospita 11 persone, 7 risiedono nell'appartamento di via Rosai a S. Quirico e 8 nell'appartamento di Monterappoli a Empoli.
La situazione all'interno delle strutture (se vogliamo chiamarle così...) è sempre più complicata in quanto la prefettura, in accordo con le linee generali di intervento del Ministero, con l'ottica di garantire quella che secondo loro sarebbe una maggiore “sicurezza” sul territorio, ha iniziato ad inviare circolari agli enti gestori con la richiesta di prendere provvedimenti obbligatori di tipo restrittivo delle libertà personali e di movimento degli ospiti dei centri, ad esempio:
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orario di coprifuoco dalle 20:00 alle 8:00
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controllo della posta e dei pacchi in arrivo all'interno delle strutture
Oltre a tali provvedimenti di tipo coercitivo riguardanti il controllo dei migranti il nuovo decreto immigrazione e sicurezza ha cambiato sostanzialmente alcune regole nel processo di accoglienza che rendono estremamente vulnerabile la situazione di alcuni ospiti dei centri:
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divieto di trasferimento nello SPRAR per i migranti che ottengono la protezione umanitaria: il che significa che a chi ottiene la protezione in pochi giorni viene notificata la revoca delle misure di accoglienza, cioè che gli ospiti sono obbligati a lasciare la struttura e non hanno più diritto a nessun tipo di supporto economico o abitativo da parte dello stato per cui, quelli di loro che non hanno supporto solidale da parte di amici o parenti, si ritrovano in pochi giorni “per strada” senza possibilità di soddisfare i bisogni primari (mangiare, vestirsi, muoversi, comunicare con le famiglie).
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Eliminazione dello statuto della protezione umanitaria a partire da ottobre 2018, che riduce sostanzialmente la possibilità, per molti migranti, di ottenere un permesso di soggiorno valido per risiedere sul territorio.
Questi sono solo alcuni dei provvedimenti presi che cambiano le regole della “presunta accoglienza” ma saremo lieti di illustrarvi con precisione gli altri punti del decreto che minano la libertà non solo dei cittadini di origine straniera ma anche della cittadinanza locale.
Al momento l'equipe di Lucignano si trova a dover far fronte ad alcune delle situazioni illustrate sopra con estrema difficoltà e senza nessun supporto da parte dello Stato e dei servizi sociali (che non possono essere formalmente coinvolti in quanto gli ospiti dei centri di accoglienza si trovano in un limbo legale per cui non hanno diritto alla presa in carico da parte dei servizi sociali).
Durante l'assemblea sono state raccolte 336 euro di donazione che verranno destinate al supporto di 2 persone a cui sono state revocate le misure di accoglienza e che si trovano senza nessun tipo di entrata economica.
Vi ringraziamo per il supporto e vi terremo aggiornati su come prosegue il nostro lavoro.
Il secondo livello di riflessione
è più ampio e complesso e riguarda l'ordine generale che coinvolge il nostro senso civico e la nostra determinazione nel garantire a tutti gli individui uguali diritti in quanto appartenenti al genere umano: uguale diritto di movimento, abitativo, di accesso alle risorse, di ricerca e perseguimento di un progetto di vita migliore per sé e la propria famiglia, indipendentemente dalle proprie origini nazionali e ancor meno dal colore della propria pelle.
La linea di governo dell'attuale ministro si sposta in accordo con i parametri internazionali verso un controllo dell'immigrazione basato su presupposti di tipo razziale e discriminatorio, travestiti da sicurezza e controllo.
Vi segnaliamo un'interessante lettura del fenomeno da parte dell'equipe di ricerca sulle migrazioni dell'Università di Venezia, una delle più valide, accurate e aggiornate sul tema ed alleghiamo il link in cui potrete leggere l'articolo completo: